Alopecia femminile: le calvizie non colpiscono solo gli uomini

Al contrario di ciò che si possa pensare, le calvizie non sono un problema esclusivamente maschile. Esiste infatti anche l’alopecia femminile, una patologia che ogni anno colpisce molte donne. Certo, a livello statistico gli uomini ne sono maggiormente colpiti, ma quando parliamo di patologie, qualunque esse siano, dobbiamo tenere a mente l’aspetto più importante: la sofferenza e il disagio di chi viene colpito.

Non solo, bisogna anche tener conto di un fattore socio-culturale: nonostante le calvizie siano un problema estetico non indifferente, alcuni uomini sono riusciti a fare di questo problema il loro “marchio di fabbrica”. E’ pieno di celebrità dello sport e dello spettacolo che, nonostante la mancanza dei capelli, sono considerati attraenti.

Anzi, una buona parte del pubblico femminile considera il maschio calvo ancora più virile. Purtroppo per le donne non è lo stesso, in quanto i capelli sono per eccellenza il tratto distintivo della femminilità.

Le calvizie sono solo un semplice inestetismo?

La domanda è volutamente provocatoria: cerchiamo di vederci meglio. Seppur da un punto di vista clinico le calvizie non siano considerate invalidanti né tanto meno mortali, dal punto di vista psicologico-umano possono davvero “distruggere” una persona.

Questo fatto è soggettivo e dipende da ognuno di noi, ovvero dalla propria sensibilità riguardo l’aspetto esteriore. Ad alcuni interessa di più, ad altri di meno. Sta di fatto che, in riferimento al sesso femminile, la questione potrebbe essere più complessa.

L’alopecia femminile, a differenza di quella maschile, può essere causata da fattori molto diversi tra loro che, in molti casi, si sommano a vicenda. Per quanto riguarda gli uomini, individuare le cause della caduta dei capelli è relativamente semplice, ma per le donne non è così.

Sei una donna che sta soffrendo di questa patologia? Allora non perderti i prossimi paragrafi, troverai informazioni davvero utili.

Alopecia femminile: una panoramica a 360°

Prima di addentrarci nel vivo dell’argomento, partiamo dagli aspetti generali. “Calvizie” è una parola che ingloba molte patologie diverse tra loro. Questo vale sia per gli uomini che per le donne, ovviamente.

Il disturbo clinico più comune, ovvero quello più presente nel genere maschile è l’alopecia androgenetica. Essa è provocata dal metabolita denominato diidrotestosterone che per comodità viene indicato “DHT”. Di cosa si tratta? In parole povere è la conversione del testosterone che avviene ad opera dell’enzima  5-alfa-reduttasi.

E’ un fatto assai noto che sono gli uomini ad avere livelli di testosterone più alti, i quali si traducono in maggiori quantità di DHT. Questa patologia ha un decorso progressivo nel tempo e, nella maggior parte dei casi, si manifesta in età adulta. Non tutti sanno però che il testosterone è presente, seppur in quantità minime, anche nelle donne. Ecco perché non sono immuni alla caduta dei capelli.

Come mai l'alopecia androgenetica colpisce anche le donne? 

Come mai l’alopecia androgenetica colpisce anche le donne?

Come abbiamo visto sopra, anche nelle donne è presente il testosterone. In condizioni normali i livelli sono bassi e pertanto non pregiudicano la salute dei capelli, ma esistono delle condizioni che possono provocare degli scompensi ormonali.

Ecco che, in caso di sovra-produzione di testosterone, anche il sesso femminile può riscontrare dei problemi simili a quelli dei maschi. Infatti, per tutta una serie di ragioni che vedremo più avanti, le donne sono più soggette a scompensi ormonali.

Anche la lunghezza dei capelli può giocare un ruolo primario: a volte le calvizie sono causate da fattori esterni piuttosto che da fattori di tipo endocrino.

Alopecia femminile e maschile: le calvizie non sono tutte uguali.

“Calvizie” o “perdita di capelli” possono vuol dire tutto e niente allo stesso tempo. Cerchiamo di capire meglio le varie patologie che possono portare a questa condizione.

La prima distinzione viene fatta in base all’area del cuoio capelluto interessata:

  • Alopecia focale: la perdita di capelli interessa delle precise aree del cuoio capelluto.
  • Alopecia diffusa: al contrario del caso precedente, la perdita di capelli interessa un’unica area più o meno vasta del cuoio capelluto.

La seconda macro distinzione riguarda invece la tipologia di calvizie:

  • Alopecia non cicatriziale: questo termine indica le patologie che colpiscono la crescita e la salute del capello ma non del bulbo pilifero in sé. Normalmente è una condizione reversibile.
  • Alopecia cicatriziale: questo termine comprende le patologie che colpiscono direttamente il bulbo pilifero. Questa condizione non è reversibile e l’unico modo per curare questa patologia è intervenite dall’esterno con un trapianto di capelli.

Alopecia femminile non cicatriziale: patologie comuni.

Passiamo in rassegna i principali tipi di alopecia femminile non cicatriziale:

  1. Anagen effluvium: questo termine indica la perdita di capelli causata da fattori esterni come ad esempio l’assunzione di farmaci chemioterapici o l’esposizione a determinate sostanze, come i raggi impiegati per la radioterapia.
  2. Alopecia femminile androgenetica: patologia causata da scompensi ormonali, ovvero sovrabbondanza di testosterone.
  3. Talogen effluvium: la caduta dei capelli è causata da diversi fattori endocrini, come ad esempio ipertiroidismo, menopausa, deficit alimentari ma anche forte stress, soprattutto a seguito di eventi traumatici che si ripercuotono anche a livello endocrino.
  4. Tricotillomania: è una condizione che porta il soggetto che ne soffre a stressare i propri capelli tirandoli o torcendoli compulsivamente. Maggiore è la lunghezza dei capelli, più è facile stressarli.
  5. Alopecia da trazione: l’utilizzo smodato di trecce, bigodini o altre acconciature estreme può provocare l’insorgere di questo disturbo.

Alopecia areata femminile: analizziamo tutti i dettagli.

Alopecia femminile cicatriziale: patologie comuni.

Ecco invece alcuni esempi di alopecia femminile cicatriziale:

  1. Lupus eritematoso cutaneo: è una patologia autoimmune che interessa la cute e, di conseguenza, anche il cuoio capelluto. Per tutta una serie di circostanze, i globuli bianchi, invece che proteggere la cute, la attaccano. Se la zona interessata è il cuoio capelluto, anche i bulbi piliferi vengono danneggiati.
  2. Alopecia cicatrizzante centrifuga centrale: questa patologie colpisce frequentemente le donne di colore ed è causata principalmente da disfunzioni riconducibili all’attività dei linfociti. In alcuni casi può anche essere causata da particolari tipi di acconciature.
  3. Alopecia femminile cicatriziale secondaria: Ustioni, traumi cutanei, radioterapie e malattie veneree come la sifilide possono causare l’insorgere di questa patologia.

Purtroppo, come abbiamo già visto nei paragrafi precedenti, l’alopecia femminile cicatriziale non è una condizione che regredisce spontaneamente.

Alopecia areata femminile: analizziamo tutti i dettagli.

Analizzare ogni singola patologia richiederebbe un manuale di medicina a sé, ma in questo paragrafo analizzeremo l’alopecia areata femminile. A differenza di quella androgenetica, l’alopecia areata, a livello statistico, può colpire indifferentemente sia uomini che donne.

Il tratto più caratteristico di questa patologia è la perdita di capelli a chiazze, solitamente tonde e del diametro di una moneta.

Cliccando questo link (https://rephairclinic.com/it/alopecia-areata/) potrai consultare il nostro articolo integrale dedicato proprio a questo problema.

Il fattore che scatena questo disturbo è di tipo autoimmune. Cosa significa? In parole povere, la caduta dei capelli è causata da un attacco del proprio sistema immunitario. In determinate circostanze, per cause ancora non del tutto note dalla scienza, il sistema immunitario è come se funzionasse al contrario.

Invece che aggredire gli agenti patogeni realmente pericolosi per l’organismo, il sistema immunitario attacca le parti sane. Ovviamente anche i bulbi piliferi ne sono soggetti.

Alopecia areata femminile: le altre cause.

Nonostante la scienza stia facendo passi da gigante, le cause esatte dell’alopecia areata non sono ancora del tutto note. Infatti, alcuni studiosi ritengono che tra le possibile cause, oltre alla disfunzione del proprio sistema immunitario, ci sia anche una componente ereditaria.

Numerose ricerche hanno dimostrato un fatto incontrovertibile: le persone che soffrono di alopecia areata, donne o uomini che siano, non sono le sole in famiglia. Analizzando l’albero genealogico familiare è stato riscontrato lo stesso disturbo anche nelle generazioni passate.

Non sempre l’alopecia genetica viene trasmessa da genitore a figlio, a volte possono intercorre anche diverse generazioni tra un caso e l’altro.

Come si cura l'alopecia areata?

L’alopecia areata femminile può essere causata da malnutrizione?

Seppur non esistano ancora prove del tutto certe, una fattore che accomuna molti pazienti che soffrono di alopecia areata hanno in comune delle carenze alimentari. In particolare, sembra che le persone affette da carenza di ferro siano più soggette a contrarre questa patologia.

A sua volta, non sempre la carenza di ferro è imputabile alla dieta della persona che soffre di alopecia areata. In alcuni casi, pur seguendo una dieta completa ed equilibrata, l’organismo del paziente non riesce comunque ad assimilare il ferro necessario e questo naturalmente si può ripercuotere anche sul cuoio capelluto.

Come si cura l’alopecia areata?

Abbiamo visto che, nella maggior parte dei casi, l’alopecia areata è causata da un’errata risposta del proprio sistema immunitario. Alcuni medici propongono dei trattamenti farmacologici come soluzione, ma questa scelta va ben ponderata.

Agire a livello farmacologico significa esporre il corpo a tutta una serie di effetti collaterali. La domanda sorge quindi spontanea. Ne vale davvero la pena?

Noi di Rephair approcciamo il problema in maniera completamente diversa: grazie alla tecnica FUE è possibile eseguire un trapianto di capelli di altissima qualità, senza però esporre il paziente al trauma di un intervento chirurgico.

Infatti, a differenza della tecnica FUT, vengono estratte e trapiantate nelle aree glabre le sole unità follicolari, senza ricorre all’asporto e al successivo innesto di porzioni di cuoio capelluto dette “strip”. L’intervento è piuttosto veloce, così come anche il tempo di recupero e la successiva ricrescita dei nuovi capelli.

2020-04-14T19:31:03+00:00

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