La stempiatura fisiologica può essere considerata calvizie?
La bellezza è un qualcosa di molto soggettivo e tutti noi ne siamo attratti. Allo stesso tempo, ognuno di noi può avere gusti differenti. Parlando di estetica, un elemento davvero importante sono i nostri capelli. Sono la cornice del nostro volto e possono mettere in risalto i nostri tratti migliori. Purtroppo i capelli, come qualsiasi altra parte del corpo, possono essere soggetti a disturbi o patologie che li possono compromettere.
Nella fattispecie, patologie come alopecia areata e androgenetica possono avere effetti nefasti sulla salute dei nostri capelli. Ne soffrono maggiormente gli uomini, ma questi problemi possono colpire tutti, anche donne e bambini. Sempre restando nell’ambito dell’estetica, a parità di problema, le persone reagiscono in modo davvero diverso. Sia nel mondo dello spettacolo che nella vita di tutti i giorni, ci sono persone che non si curano minimamente delle loro calvizie, portando con orgoglio il capo rasato e glabro.
Chioma folta, stempiatura o rasatura totale?
Pensiamo a certi attori di Hollywood o sportivi di fama mondiale. Alcuni di loro, soffrendo di calvizie, optano per una rasatura totale, facendo apparire glabro il loro capo. Nonostante ciò sono persone di successo, hanno fiducia in se stessi e sono considerati esteticamente attraenti per via del loro aspetto molto virile. Ciò accade anche nella vita di tutti i giorni, ci sono persone che fanno un lavoro come tanti e che, nonostante soffrano di calvizie, sono sereni e pieni di fiducia in se stessi.
Purtroppo altre persone non reagiscono allo stesso modo e vorrebbero trovare una cura.
Chioma folta, stempiatura o rasatura totale? Non c’è una risposta univoca a questa domanda, è una questione troppo soggettiva. In realtà, la domanda più corretta sarebbe un’altra.
Si può curare la stempiatura o le calvizie di coloro che ne soffrono e non riescono ad accettarsi sul piano estetico?
Le differenze tra stempiatura e calvizie.
Nel linguaggio comune, siamo abituati ad usare la parola “calvizie” per indicare un qualsiasi patologia che può affliggere i capelli. E’ proprio così? Decisamente no, anche per i capelli esistono varie patologie, molto differenti tra loro. Facciamo un paragone molto banale con un altra parte del corpo. Prendiamo ad esempio la nostra pelle: rossore e bruciare possono essere causati da molti fattori diversi tra loro e, a loro volta, possono essere sintomi di altrettante patologie, anche diverse tra loro. Detto ciò, è doveroso puntualizzare, sin da subito, che stempiatura e calvizie non sono la stessa cosa. Quella che generalmente definiamo calvizie, ovvero la parte superiore del cranio glabra, dal punto di vista clinico è considerata alopecia androgenetica. In pratica, tale disturbo consiste in una stempiatura sempre più aggressiva che arriva ad eliminare tutti i capelli della parte superiore del cranio.
Alopecia androgenetica: la fase iniziale.
Riprendendo il paragrafo precedente, in certi casi la stempiatura si arresta, pertanto la persona continua a mantenere un discreto numero di capelli. Come mai? Cosa accade ai bulbi piliferi? Clinicamente parlando, l’alopecia androgenetica è causata dall’attività di un enzima particolare, chiamato “5alfa-reduttasi”. Quest’ultimo trasforma il testosterone in diidrotestosterone, indicato comunemente con la sigla “DHT”.
Questo metabolita è presente anche nei follicoli capillari e, una volta legato al bulbo pilifero, lo atrofizza causandone la morte. In tale condizione il bulbo non genererà mai più un nuovo capello. Nonostante il testosterone sia presente sia negli uomini che nelle donne, esso è decisamente più abbondante nel genere maschile. Ecco perché questa patologia colpisce maggiormente gli uomini.
Stempiatura: devo necessariamente preoccuparmi?
Ovviamente l’alopecia androgenetica non compare dall’oggi al domani, ma è soggetta a un decorso degenerativo e progressivo. Infatti il primissimo sintomo consiste proprio in una leggera stempiatura, ovvero il diradamento o la scomparsa dei capelli nei pressi delle tempie. Purtroppo questa condizione è solo transitoria e ben presto la linea di attaccatura dei capelli retrocede sempre più, rendendo glabro tutto il cranio superiore.
Altre persone, invece, presentano una stempiatura stabile negli anni. Come mai? La così detta stempiatura fisiologica è da considerarsi una vera e propria condizione genetica. Pensiamo, ad esempio, alla nostra altezza. Da cosa è determinata? Perché siamo alti “x” e non “y”? Perché essa è dettata dal codice genetico del nostro DNA. Esso per definizione è immutabile e destinato a rimanere tale nel tempo. Lo stesso principio vale anche per per la stempiatura fisiologica maschile. Vediamo insieme di cosa si tratta realmente.
Stempiatura fisiologica nell’uomo: un po’ di chiarezza.
Come prima cosa è necessario non farsi prendere dal panico. Essere soggetti ad una stempiatura non significa necessariamente essere destinati ad una calvizie totale della parte superiore del cranio. In altre parole, la stempiatura non è necessariamente il primo sintomo dell’alopecia androgenetica. Infatti è detta “stempiatura fisiologica”, ovvero non causata da anomalie ma bensì da una condizione genetica.
Ecco perché eventuali trattamenti farmacologici destinati alla cura dell’alopecia androgenetica non avrebbero alcun effetto sulla stempiatura fisiologica. La loro funzione è quella di inibire l’attività l’enzima 5alfa-reduttasi che trasforma il testosterone in DHT, ovvero il metabolita che atrofizza il bulbo pilifero. Nel caso della stempiatura non sono più presenti follicoli, pertanto tali farmaci non possono avere alcun affetto.
Come riconoscere la stempiatura fisiologica nell’uomo.
Purtroppo, distinguere l’alopecia androgenetica dalla stempiatura fisiologica non è per niente semplice. Spesso anche i tricologi incontrano non poche difficoltà nel fare una diagnosi precisa. Tuttavia è possibile già fare un’analisi preliminare per avere il quadro della situazione un po’ più chiaro. Una delle principali caratteristiche della stempiatura fisiologica è che la linea dell’attaccatura dei capelli risulta ben delineata.
Alcune volte si può presentare come “fronte alta”, mentre altre prede la caratteristica forma a “V”. Un’altra peculiarità della stempiatura fisiologica è che le zone in cui sono ancora presenti i capelli, questi appaiono folti e non diradati. Potrebbe tornar utile anche rivedere le vecchie foto fatte in gioventù. L’attaccatura dei capelli presentava gli stessi tratti? Se la risposta è sì, molto probabilmente si tratta di stempiatura fisiologica e non di alopecia androgenetica. Queste però sono solo delle linee guida, per avere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi ad un tricologo esperto.
Esiste un rimedio per la stempiatura fisiologica?
Nonostante sia una condizione destinata a perdurare nel tempo, alcuni potrebbero ritenere la stempiatura fisiologica un difetto estetico da correggere. Come già anticipato sopra, eventuali cure farmacologiche non avrebbero alcun effetto ma fortunatamente sono disponibili altri rimedi. Quello più semplice e immediato consiste nel Toppik, ovvero una polvere cosmetica colorata costituita da fibre di cheratina.
Essa è la stessa sostanza di cui sono fatti i nostri capelli, pertanto è da considerarsi un prodotto del tutto naturale. Utilizzando la tonalità di colore più consona, è possibile ridurre il contrasto tra la zona priva di capelli e il resto della capigliatura ancora folta. E’ di facile applicazione e in pochi minuti diventerà estremamente difficile notare la stempiatura. Per chi invece vuole risolvere il problema in modo più radicale, l’unica soluzione consiste nel trapianto di capelli.
Clinica RepHair: il nostro trapianto di capelli per la stempiatura.
Se sei arrivato a leggere fin qui è perché vuoi risolvere il problema della stempiatura fisiologica in modo radicale sottoponendoti al trapianto di capelli. La nostra clinica è estremamente all’avanguardia e oggi è in grado di proporre le soluzioni più innovative. Molto spesso proponiamo ai nostri pazienti il trapianto di capelli effettuato con la tecnica “FUE”. Ne avevi mai sentito parlare? La tecnica più conosciuta è la “FUT”, ovvero “Follicolar Unit Transplantation”.
Questa tecnica prevede il prelievo e successivamente l’innesto di un’intera porzione di cuoi capelluto sano. Questa tecnica da buoni risultati ma è molto complessa e causa parecchio stress all’organismo del paziente. Inoltre, statisticamente parlando, questa tecnica espone il paziente a maggiori probabilità di contrarre infezioni. Se soffri di stempiatura fisiologica, sicuramente la tecnica FUT non fa per te. Al contrario, il principio che sta alla base della tecnica “FUE” è del tutto differente.
Risolvi la stempiatura fisiologica con la tecnica FUE.
Anche “FUE” è un acronimo ed esso sta per “Follicolar Unit Extraction”. Al contrario della tecnica FUT, vengono prelevate e successivamente innestate le sole unità follicolari, senza necessità di asportare zone di cuoio capelluto. Questo significa tempi di intervento più rapidi e quindi minore stress per l’organismo del paziente.
Si riducono drasticamente i rischi di infezione ed è possibile ottenere un risultato davvero naturale. Infatti, le unità estratte vengono posizionate e angolate in modo tale da riprendere la linea naturale della capigliatura. Questa tecnica è l’ideale per la stempiatura fisiologica: l’area da trattare è relativamente ridotta, pertanto non avrebbe senso asportare un’intera porzione di cuoio capelluto.
Clinica RepHair: competenza e professionalità.
Da un punto di vista estetico, la linea dei capelli è molto importante perché da la forma a tutta la nostra chioma. Ecco perché proponiamo la tecnica FUE per risolvere la stempiatura fisiologica: in questo modo i nostri chirurghi possono posizionare i bulbi in modo tale da “ricostruire” in tutto e per tutto la chioma preesistente e garantire un effetto naturale armonioso.
La bravura di un chirurgo tricologo non sta solo nell’asportare e nell’innestare le unità follicolari, ma anche nel posizionarle in modo giusto, in base alla condizione soggettiva del paziente. Uno dei nostri punti di forza è proprio questo: per noi ogni nostro paziente è unico e come tale anche l’intervento dev’essere calibrato nei minimi dettagli tenendo conto della sua condizione.